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venerdì 6 dicembre 2013

Una scorpacciata di Sud

Se al gioco degli indovinelli mi bendassero gli occhi e mi chiedessero dove ci troviamo non avrei difficoltà a rispondere:siamo nella terra che mi ha generato.Essa mi ha messo nelle narici gli odori inconfondibili degli elementi, i colori accecanti del mio Sud. Da molto tempo non mi recavo nella mia terra e decido di andarci in pullman.Ovviamente un pullman del sud che fa viaggi internazionali per quella gente che ,costretta ad emigrare,ritorna nella sua terra per motivi diversi e di necessità quasi mai per ricaricare le batterie (vacanze). Col fiato sempre tra i denti perchè la serenità l'hanno dimenticata, invischiata nella ragnatela dell'umano vivere.Molte valigie,molti pacchi, tanti pesi da caricare e scaricare sul pullman.Visi stanchi che raccontano la storia di sempre.Mani non curate ,pelli secche, avvizzite.Tristezza di corpi sedutimi accanto.Negli occhi dei bambini una saggezza. Siamo in viaggio.E' la forza che ci spinge.Negli occhi dei viandanti il ricordo di una necessità affidata alla fortuna tanti anni prima. Dal finestrino la visione a tratti di terre primordiali dove gli elementi della natura vincono sull'operato umano.Pianure dove vincono le canne .Cespugli incalliti e rinvigoriti dalla noncuranza. Rigogliose erbacce trasbordanti,senza ritegno ,sulla strada quasi a ricordarci che gli invasori siamo noi .Letti di torrenti sconvolti dalle acque.Alberi sradicati e piegati dalle correnti.Calanchi cretosi ma anche cose belle che la natura, generosa, ci ha regalato con la consapevolezza che nulla ci appartiene .Il pullman sfreccia in autostrada .Il conducente di tanto in tanto impreca contro lo sportello laterale che non chiude bene.Fuma mentre guida senza la minima preoccupazione del fastidio che arreca ai passeggeri che ,poverini,non si azzardano a ricordare il divieto di fumo in nome di quella riservatezza che mal celata potrebbe portare a inasprimenti dell'animo.Come se non bastasse l'autista riceve e fa telefonate sempre mentre guida.L'altro autista dopo sedici ore di guida è andato a riposare nel vano delle valigie senza paura di soffocare .Quello che mi confonde di più è la rassegnazione dei passeggeri.Nessuno che alzi la voce ,nessuno che si lamenti.Tutti timidamente seduti e sommessamente a ragionare sulla casualità di trovarsi per caso sul pullman .Meglio guardare fuori dal finestrino.Sulla costa ionica sembra che gli elementi inquieti della natura si siano dati appuntamento in quel posto. c.s.

lunedì 2 dicembre 2013

Natale in casa !

Casa ,dolce casa! quale posto ti somiglia? è l'altare di una chiesa che raccoglie le preghiere. Casa,dolce casa! qual è il calore che riscalda? due tronchetti del camino e il riverbero del fuoco. Casa,dolce casa! quale mondo rappresenti? l'armonia dell'universo tra pareti custodita, il sereno che porti dentro dispiegato in un sorriso. Casa ,dolce casa! qual è il conforto che ti aspetti? i sospiri della gente ed i sogni appena nati. Quali ancora? il riposo dalla veglia, i segreti sussurrati. Casa,dolce casa! cosa c'è che ti fa paura? è il brivido del gelo che, al varco, aspetta fuori, è il sibilo del vento quando bussa alla mia porta. Cosa temi più di tutto? è la fame che colpisce,è l'arsura della sete, l'apatia delle persone o se vuoi l'indifferenza. Cosa ancora? è il dormire sotto i ponti o nei letti di ospedale, è la grata per finestra con un angolo di cielo. Casa,dolce casa!c'è qualcuno che ti logora o qualcosa che ti inganna? l'occhio triste del passante che ti dice del mio stato: era comoda ,era bella ma è stata abbandonata; poi c'è il tempo che m'inganna...sì.... il tempo. c.s.

domenica 1 dicembre 2013

Il silenzio del rimorso.

Non fa in tempo ad entrare nello studio del neurologo che buttandosi sul pavimento si fa venire la schiuma alla bocca.Comincia a dare in smanie attaccandosi alle ginocchia dell'infermiera che nel frattempo era intervenuta a soccorrerla. Ormai da tempo entrava ed usciva dagli studi degli specialisti in malattie neurologiche,purtroppo senza rimedio.Tutto era accaduto quando il figlio Memmo era finito, a suo dire, nelle grinfie di una donna di 15 anni più grande del figlio.Da allora aveva cominciato a perdere la sua serenità facendola perdere anche alle persone a lei vicine. Il povero marito,uomo semplice e bonario,chiedeva ai parenti di essere aiutato a risolvere quella che a suo dire era una sventura piovutagli addosso,mettendo mani a quel po' di risparmi che con il lavoro della terra e molti sacrifici era stato in grado di mettere da parte. Diceva di non farcela a vedere la moglie in quelle condizioni,a non vederla mai ferma, alquanto dimagrita, con lo sguardo fisso, imbambolato.Si strappava i capelli imprecando contro il destino e la malasorte del figlio.Non c'era verso di convincerla che la vita dei FIGLI appartiene ai figli.Non era stata mai un tipo allegro ma dal fatto in poi non aveva più sorriso.Diventò lugubre .Pianto e disperazione erano i suoi compagni. Nel frattempo il figlio senza preoccuparsi della situazione della madre raccoglieva il frutto di quanto aveva seminato.La matura donna con la quale era stata a letto era incinta e in qualche modo si doveva rimediare con il matrimonio.Cosa che che avvenne regolarmente senza che la madre partecipasse ai festeggiamenti ma non mancò di fare agli sposi un bel regalo:si fece trovare impiccata con la corda della capra alla trave della casa quando nessuno poteva aiutarla. La maledizione di una madre non è un fatto da dormirci sopra.Il terribile evento non sconvolse l'animo del figlio che visse apparentemente tranquillo creandosi una normale famiglia.Nel fondo del suo animo però risiede, nascosto in qualche modo, un tormento che non potrà sedare e cancellare come quello di essere stato la causa della morte della madre.Fardello molto pesante da portare dentro in silenzio.La casa della suicida fu venduta .I nuovi inquilini affermavano di sentire di tanto in tanto i lamenti e le urla strazianti della madre in ogni angolo della casa e non aspettavanono altro che liberarsene.Sono tuttora alla ricerca di un altro compratore. c.s.

venerdì 29 novembre 2013

LA FUJITINA di Giannina (la scappata).

Era alta, magrissima non tanto per la linea quanto per indigenza della famiglia..Aveva una voce nasale,capelli lunghi ossigenati e arricciati con cura.Non godeva di buona fama proprio perchè giovane ed irrequieta dava molto da pensare alla famiglia.Tutti quelli che passavano davanti casa sua ed erano da matrimonio distoglievano gli occhi da tutte le altre cose per concentrarli su di lei che ancorata alla finestra non negava a nessuno un ammiccamento.Curava molto i fiori sul davanzale della finestra anche per dimostrare la necessità della sua presenza ma più di ogni altra cosa teneva alla cura delle sue mani.Erano mani affilatissime, con bellissime dita, curate con un rosso fuoco di quel fuoco che teneva dentro e sulle labbra carnose.La povertà della famiglia era grande ma più grandi erano i sogni che le frullavano per la testa.Pensava che prima o poi sarebbe passato il principe azzurro e se la sarebbe portata via a cavallo .Passò invece a conquistarla Pasquale, su un trattore al posto del cavallo.Nulla di quanto avesse sognato!Pasquale era un poveraccio che viveva alla giornata.Purtroppo non ebbe il tempo di conoscerlo meglio:le piacque e se ne scappò con lui.Tornare indietro non sarebbe stato più possibile .I genitori non l'avrebbero voluta più in casa perchè compromessa e sedotta.Non l'avrebbe voluta più nessuno ed una bocca in più in famiglia pesava. Tutto sommato erano contenti di averla scaricata a Pasquale e non aver speso una lira per i confetti.Giannina (questo era il suo nome)quindi affrontando le difficoltà di una miseria condivisa restò con Pasquale, oltretutto pensava che di lì a poco sarebbe aumentata di peso perdendo la sua procace esuberanza.Anche lo smalto delle sue unghia e il rosso delle sue labbra avrebbero perso a poco a poco il loro splendore .I genitori annunciarono la fujitina di Giannina ai vicini simulando una disperazione per il vuoto in casa .Giannina era approdata nel porto delle disillusioni e non altro avrebbe potuto fare se non placarsi e consolarsi con Pasquale. c.s.

giovedì 28 novembre 2013

La Vecchiaia.

La vecchiaia. Ascolta,ascolta,tu che non puoi più e aspetti l'alba; ora che al ritmo incalzante hai messo freno; ora che"i custodi della casa"amici sono del vento; ora che "i gagliardi"cedono al peso; ora che "le macine"non sono più serrate creando ponti nella fila; ora che "i battenti "aprono finestre per la bava e la goccia cala dal naso; ora che il cinguettio si fa sentire senza la presenza degli uccelli; ora che l'aspro non ha più il suo effetto; "prima che il filo d'argento s'allenti ; prima che la lampada d'oro s'infranga; prima che si rompa il secchio e si spezzi la carrucola del pozzo e ritorni la polvere alla terra", rinsalda la pazienza.E' tempo di consegne. Alle ortiche non puoi affidare l'aver saputo, sotto il sole, tanto. c.s.

sabato 26 ottobre 2013

"La natura ".

Tra una voce e l'altra: "correva.....;si mettono al volante ubriachi...; per fortuna l'incidente gli ha salvato "la natura ".Per dare lustro alla mia ignoranza chiedo agli astanti il significato di quest'ultima espressione. La risposta non si fa attendere ."è un'espressione popolare per far intendere che i genitali, organi importanti per la riproduzione sessuale,non siano stati compromessi."Non conta, per i più, se si è fracassato, nell'incidente, una spalla,se si è spezzato una gamba,se si è spaccato la testa,conta la salvezza di questi meravigliosi quanto sconosciuti strumenti riproduttivi, forniti da madre natura.E' vero tutto gira intorno alle straordinarie e rocambolesche possibilità di essi.Guai a non possederli in un senso o nell'altro: si è tacciati di non avere coraggio, di essere un ramo secco o peggio di usarli contro natura; si viene additati come "diversi" da emarginare mentre per "i normali" è un dono di natura esserne in possesso. Il futuro di ogni essere vivente è legato indissolubilmente alla loro capacità adattativa, al loro appropriato manifestarsi.In verità non c'è tenerezza più grande di una madre con il suo piccolo.Non c'è protezione maggiore. I grandi filosofi del tempo non sono stati in grado di spiegarci del perchè della "natura".tutto è senza risposta. Diciamo che madre natura ha dettato le sue leggi e gli esseri viventi si sono adattati .Non vorrei comunque trovarmi nei panni di questa grande madre per risolvere la complessità della vita.Molti sono i figli ribelli e sottometterli è un vero tour de force.Esempio il nespolo del mio giardino ha una tendenza al suicidio. Fiorisce fuori tempo quando fa freddo e tutto gela : i fiori non arrivano mai a compimento per diventare frutto.Poi penso che i comportamenti stravaganti non siano solo delle piante e mi rassegno. c.s.

mercoledì 16 ottobre 2013

Visita ad una città ideale.

Le vie di comunicazione non sono mai affollate.La rete urbana è a chiocciola, con strati sovrapposti:il primo, per entrare al Centro, l'altro per uscire.Tutto è stato ideato per andare al Centro o per uscire .All'esterno della struttura a chiocciola un enorme parcheggio circolare obbliga il conduttore di veicoli a lasciarlo al di fuori senza compromettere il traffico interno.Si arriva al parcheggio da strade esterne che vi arrivano come raggi di una bicicletta.Lasciati i veicoli,tabelloni luminosi segnalano gli ingressi per settore amministrativi,commerciali, servizi ecc.Navette veloci su tracciati fissi si alternano in entrata con quelli in uscita (la navetta non parte se l'altra non arriva)Piste ciclabili per i giovani e i meno giovani sono a portata di mano.Piste riservate a portatori di handicap: i sordi seguono percorsi predisposti ad essere visti con segnali luminosi; i ciechi seguono percorsi dove tutto è predisposto a segnali sonori;carrozzelle, su tapis roulants, si muovono al comando di un qualsiasi senso o parte del corpo che funzioni.Case ,alberghi, ospedali, parchi fiancheggiano le corsie di entrata ed uscita.Il verde si alterna a tutto.Una caratteristica delle case è che sono costruite con pannelli solari al posto dei mattoni, con energia a sufficienza per qualsiasi esigenza.Lo smaltimento dei rifiuti possiede una rete di distribuzione come la fognatura,l'acqua ,il gas: direttamente ed automaticamente dalle abitazioni confluisce in centri di raccolta e di trasformazioni che sono al di fuori della chiocciola e vicini alle sedi delle industrie.Non si può andare al Centro senza sapere che cosa si vada a fare.A tutto si accede con una tessera di riconoscimento elettronico: non ci sono attese negli uffici perchè il computer programma a quali servizi si può accedere in tempi stabiliti e per quante persone.Tutti i centri sportivi o rieducativi (scuole , carceri,chiese per qualsiasi credo o culto)sono al di fuori del parcheggio.C'è una via che porta al Centro chiamata la via del Caos :in quest'ultima si può accedere per perdere tempo e fare esperienze di qualsiasi genere sbrigandosela da soli.Il sistema operativo che regola qualsiasi movimento o flusso di persone o cose è al centro della città.Per le cose che mancano ,scrivetemi: salvatorecapitano@tiscali.it c.s.

mercoledì 9 ottobre 2013

E' l'altro che sbaglia..

Le conquiste, in gran numero e in qualsiasi campo ,sono dovute a contraposizioni delle parti in una logica arrogante che si è dalla parte giusta e che l'altra sbagli.Si sono costruite su questo principio teorie a non finire quasi sempre in antitesi, a danno della verità e con notevole ritardo del risultato (vedi la Ricerca,vedi le religioni,vedi le conquiste spaziali,vedi comunismo e capitalismo ecc).In un campo, più che in altri, proprio perchè si è a contatto con le persone, si evidenziano questi contrasti:nella medicina. Seguo su sky un programma, della sezione "mondi e culture", malattie misteriose.Si parla di patologie rare, da poco identificate, in base ai sintomi,all'anamnesi,ai risultati di laboratorio, nel libro della medicina con i nomi degli scopritori.Ciò che mi sconcerta sono le lungaggini e le sofferenze a cui sono sottoposti i poveri malcapitati colpiti dalla patologia Una cosa è comune a tutti:l'angosciante consapevolezza di non sapere da quale malattia il malcapitato è stato colpito.Penso: si può morire per una diagnosi sbagliata ,si può morire senza conoscere di che cosa si muore,ci vuole qualcuno che dedito alla ricerca o altamente specializzato si interessi alla sua malattia.Inizia la via crucis del malato.Di fronte al malato quasi nessuno ammette la sua impotenza.Ulteriori esami.Esito scontato :il malato non ha niente di cui preoccuparsi.Poi c'è qualcuno che deve dimostrare di saperne di più e approfondisce l'argomento di studio.Finalmente dopo laboriose analisi ed esami c'è la risposta .Si sa di che cosa è stato colpito l'ammalato e se c'è una terapia si applica (quasi i estremis). L'ammalato e i suoi vicini perplessi si chiedono : perchè c'è voluto tanto tempo per sapere di che cosa si soffre?risposta: è una malattia rara e la si può facilmente confondere con un'altra.in verità l'uomo mdico bravo ,pensa che gli altri avevano tutti sbagliato e che lui è il migliore. c.s.

domenica 6 ottobre 2013

il mio nome è Fratello

Il mio nome è Fratello. Non hanno più voce per gridare alle stelle.Le braccia sono rimaste alzate come quelle di Cristo in croce che invoca il Padre.Anche la speranza giace in fondo al mare .Le foto galleggiano gridando ai sepolti.Neppure le acque possono soffocare i ricordi.I lumi seppure fiochi delle anime si sono accese e giacciono là in fondo nell'oscurità .Anche i pesci sono perplessi nel guardare quei corpi.Ormai i corpi non hanno più bisogno di nascondersi. Sono nudi ritornati nel seno della madre.Le urla di tutti nella notte stellata riempiono il cielo. Non era più tempo di mangiare sabbia ,di dormire sulla terra battuta; Non era più tempo di comprimere paure nascoste .L'attesa era finita .Era tempo di fuggire ,di bagnarsi le labbra arse dal sole ,di sorridere con i denti in bocca.C'erano da mettere in conto le ultime violenze ma il faro nel porto della dignità umana li aspettava. Tutti con le lacrime agli occhi li avrebbero lasciati andare. I rimasti avrebbero pensato è giusto che vadano..Adesso i sopravvissuti avranno un peso da portarsi dietro :il ricordo terribile piangendo quelli meno fortunati.Dicono: ce l'abbiamo fatta ma a quale prezzo! Baciano le mani di quei poveri pescatori che l'hanno strappati al mare come pesci pescati.Rispetto per questa gente del mare che non si è curata del protocollo. Anch'essi però piangono per non aver potuto fare di più."Erano nostri fratelli,"dicono..... c.s.

mercoledì 2 ottobre 2013

Un barbiere d'altri tempi.

In Cappadocia,Turchia asiatica,in un paesino fuori dal tempo, nonostante il sole arrivi ad illuminarlo prima del nostro paese,io,turista per caso, alla ricerca di un barbiere, con la barba trascurata da diversi giorni, causa la mancanza della schiuma sequestratami nei check-point degli aeroporti.Da ragazzo, leggendo a scuola l'Iliade di Omero mi capitava di estraniarmi completamente per andare a vivere insieme agli eroi troiani o greci, raccontati da quel grande poeta.Mi sembrava di rivivere una di quelle esperienze. In piazza non c'era nessuna insegna che indicasse la presenza di un barbiere.Tramite gesti di una confusa mimica (mani che scendono a perpendicolo sulle guance)mi viene indicato un posto non molto lontano.Entro.Un tuffo nel passato.In un angolo ,due giovani, seduti all'angolo di un saloncino,sono iompegnati in una specie di gioco dell'oca.Una terza persona (il barbiere), mi viene incontro baciando il destino di avergli mandato in quel giorno un cliente su cui applicare la tariffa pubblica rispecchiata nella tabella ufficiale dei prezzi, appesa alla parete, in bella vista.Due sedie, in ghisa scorticate nello smalto bianco, campeggiavano al centro della saletta .Una leva laterale, sporgente, alzava e abbassava il cliente secondo necessità.Le mosche erano padrone dell'ambiente:si vedevano camminare sugli specchi lasciando qua e là segni del loro passaggio. Strumenti da lavoro, sul ripiano in marmo, facevano bella mostra.In prima fila un taglia-peli del naso raccontava il possesso da parte del barbiere di strumenti all'avanguardia.Si osservi il riguardo nei confronti del cliente. La lametta che era stata usata per clienti precedenti (non molti in verità) viene cambiata per essere usata sulla mia faccia.Lo spruzzo di un contenuto vagamente odoroso mi toglie il respiro mentre con la coda dell'occhio intravedo le dita che premono su una pompetta di gomma.La rasatura non è tra le migliori.Diversi segnetti sanguinolenti venivano subito cicatrizzate con una pietra di allume.L'abbassamento improvviso della poltrona dovuto alla calata della leva segnava la fine del servizio...con mio grande sollievo. c.s.

martedì 24 settembre 2013

Le nostre miserie.

Quanti sono gli universi ? Titanici scontri di galassie,spazi infiniti,sistemi in formazione che vagano senza meta spinti da una forza che va sempre esaurendosi,stelle lontane miliardi di anni luce e noi...? noi, ci alambicchiamo il cervello alla ricerca di chissà quale verità ci appartenga in questo contesto. La presunzione di certo non ci manca: altro che rana che si gonfia per sembrare un bue come nella favola di Fedro o di Esopo (non lo ricordo ).Come se le nostre decisioni o scoperte potrebbero cambiare la sorte degli eventi siamo a misurarci con l'immenso. Ci può capitare da un momento all'altro di sparire senza lasciar traccia e senza che interessi a qualcuno perchè una "nana rossa"giunta alla fine del suo ciclo in un scoppio deflagrante, anche da una enorme distanza, potrebbe dirigere il suo fascio di raggi mortali verso il nostro pianeta,una cometa nel suo vagare potrebbe colpire la Terra senza nessun preavviso,un asteroide di considerevoli dimensioni potrebbe dirigersi su di noi dallo spazio infinito e noi..? noi, piangiamo sulle nostre miserie, ad adorare il dio denaro.Che cosa può importare ad una galassia la scompasra di piccoli bipedi che si fanno la guerra o che inquinano il pianeta abitato ? Siamo a tal punto miopi da non accorgerci della nostra fragilità e di quanto siamo insignificanti e che nulla possiamo fare per cambiare la nostra sorte. Viaggiamo su un treno che, piccolissimo e su un binario morto, ci trasporta non so dove e perchè,sapendo che da un minuto all'altro può deragliare. Allora...? allora, godiamoci lo spettacolo che ci viene offerto di cui per caso siamo spettatori lasciando fuori di casa le lordure che ci opprimono.Tutte le altre cose contano poco .Tutto è più grande di noi e al di fuori di noi si gioca la partita. c.s.

venerdì 20 settembre 2013

Il sogno.

Ce lo portiamo dietro dal tempo dei tempi,eppure è un perfetto sconosciuto.Parlo del nostro cervello e delle sue funzioni.Ancor meno si conoscono i meccanismi che alimentano e regolano i sogni.Siamo poi così progrediti ? non penso ! navighiamo nel buio! siamo come astronauti nell'immensità interstellare.Ci aspettano nella conoscenza dei sogni sorprese.Per quel poco che ci è consentito affermare il sogno è un fenomeno che interessa tutti compreso gli animali. E' un fenomeno che agisce indipendente dalla nostra volontà.E' un fenomeno che quando si verifica ha a che fare con le parti più intime del nostro essere . E' un'attività irregolare della nostra mente, fuori la ragione, senza nessun legame con la coerenza a cui siamo abituati.Spezzoni della nostra vita in sequenze. Passato, presente,futuro si mescolano in visioni. Si può dire con una certa sicurezza che sono i fatti che ci sconvolgono di più a mettere in moto i meccanismi del sogno.Come se ci fosse un'entità dentro di noi che in piena autonomia e secondo necessità si mettesse in moto determinando la visione di frammenti che ci appartengono. E'un'attività illusoria e quasi sempre ingannevole.Più grande è il travaglio della mente per esempio sottoposta alle conseguenze di una tragedia più il sogno interviene a suo modo a riparare una situazione sconvolgente come una valvola di scarico. Esempio classico:quando muore una persona cara e si soffre molto per la sua dipartita il sogno sia pure per breve tempo te la tiene in vita e quasi sempre ti fa continuare un rapporto di convivenza con essa.Non c'è peggiore inganno !! Fa impazzire l'idea che non sia cambiato niente che la realtà vissuta si sia trasferita in sogno senza sconvolgimenti.Poi ti svegli e c'è la verità ad aspettarti.Allora che cosa è il sogno ?? E' qualcosa che ci sfugge ,che ci dice quando siamo lontani dal conoscerci e dal conoscere questo nostro mondo. c.s. .

domenica 25 agosto 2013

La telefonata

La telefonata. A Pronto...!pronto..!maledizione, non è facile prendere la linea. B pronto..sì, chi parla? A oh finalmente..! sono Fernando. B a Fernà,che ti succede? come mai mi telefoni? A sono in difficoltà.Sto per dare l'anima a Dio.mi trovo in un letto di ospedale non sto per niente bene. B pensi di venirmi a trovare ? A non lo so è possibile.Come si sta da te? B un po' come da voi. Se dovessi venirmi a trovare vedi di portarmi qualche ricordino ! A ricordino?...ricordino dell'incidente? non è rimasto più niente. B Non ricordo più niente..! A Mi è capitato di passare da quel posto,in autostrada,dove tutto è avvenuto nessuno ti ricorda neppure un fiore di plastica. B Lo so, si fa subito a dimenticare.Tutto è successo così all'improvviso.chi se lO sarebbe aspettato quel camion, davanti a me, senza la possibilità di poterlo evitare. Solo il tempo di gridare: muoio. A Purtroppo, è successo, e nessuno può farci niente ! B Comunque, ti aspetto !ho tante cose da raccontare .Qua la vita scorre tranquilla, nessuno più, corre per arrivare. A a presto! avremo modo di riparlarne.Penso che non passerà molto tempo: i parenti sono venuti a trovarmi;il prete ha voluto confessarmi; i medici fanno un'alzata di occhi quando si chiede di me; di tanto in tanto passa un signore che chiede all'infermiera a che punto siamo:quello mi è proprio antipatico anche se dicono che per il servizio che offre non sia tanto caro. c.s.

mercoledì 7 agosto 2013

Nenè

In paese lo chiamavano Nenè.Che fosse il diminuitivo di un altro nome era sicuro ma di quale non si sa.Anche le origini di Nenè,per i più ,erano sconosciute.Come se la Natura l'avesse partorito così come lo si conosceva: quarantenne e trasandato.Portava sempre con sè una giacca, piegata in due, o sulla spalla o sul braccio.Una camicia sudicia,aperta sul petto, sia d'inverno che d'estate, lasciava intravedere una peluria arruffata e villosa. I pantaloni piovevano nell'estremità a brandelli sulle scarpe che senza lacci e scucite contenevano dei piedi in libertà.I calzoni erano tenuti da una cinta sdrucita che saltando i passanti s'intrecciava a croce sull'ombelico.Sostava nella piazza di paese in attesa della corriera di linea.C'era sempre qualcuno che dietro un modesto compenso gli affidava il peso di una valigia o un involucro da portare..Non discuteva mai della ricompensa, si affidava alla generosità delle persone.Non parlava che a monosillabi.Lo si doveva interpretare perchè il suo esprimersi non era mai attinente a quanto si stesse dicendo.La risposta a quanto chiesto arrivava con notevole ritardo e quando meno te l'aspettavi.La domanda :" Nenè, sei libero ?? sai dove abito ?? portami questa valigia ..!!" la risposta che arrivava fuori luogo e fuori tempo era:"Che fa studi ??? alle case popolari ... !! tu sei figlio di...(indovinando sempre) "e se la rideva sotto i baffi per avere, a suo modo di vedere, sotto controllo la situazione.Era onestissimo .Non pretendeva mai ,più di quanto fosse giusto e se volevi dargli di più non lo accettava.Si caricava, all'improvviso ,la valigia e si dirigeva verso la casa di chi gli aveva affidato l'incarico senza più interloquire facendo le curva delle strade ad angolo retto(andava al centro della strada e poi girava come un militare ad angolo).Tutti lo rispettavano perchè non era capace di fare male ad una mosca. La piazza era la sua casa.La fermata della corriera, la sua speranza e la sua sopravvivenza.Poi ,all'improvviso scomparve.Non si seppe più niente di lui , come se la Terra l'avesse inghiottito così come, di nascosto, l'aveva generato. Senza la benchè minima commozione di voce si era sentito sibilare tra i denti qualcuno che, forse, era andato a buttarsi in qualche burrone di campagna come fanno gli animali quando sono vecchi e stanchi. c.s.

giovedì 1 agosto 2013

L'appartenenza.

L'appartenenza.
Tenebre degli abissi mettetevi in moto è giunto il momento.Non dimenticate di portare con voi squarci dell'universo ,brani in sinfonia di eternità,silenzi infiniti.Spalancate le porte, non sono solo.Porto con me le mie pazze visioni  che vagano per l'immensità in attesa di essere dispiegate.Accogliete la mia entrata come alito di vento.Potreste non accorgervene ma io batto le ali.
e a nulla servirà l'indifferenza.Ho pronto il viatico.Ho lavorato alla fucina dove ogni cosa vive e si scompone.Vorrei trovare il filo.Non è facile !
Eppure esiste ! è nei vostri laboratori dove gli atomi non discutono ma si accoppiano.Se ci sono
non mi potete eliminare Tornerò ad occupare uno spazio che non ho mai abbandonato.Voi siete di ciò consapevoli.Siete pazienti.Aspettate, senza fretta,che tutto torni all'inizio. Nel frattempo navigherò fra le stelle godendo di scenari immensi; mi calerò in abissi senza fondo,:assisterò allo spiegarsi di luci e colori senza fine e a scontri apocalittici
senza che nulla più possa nuocermi perchè vi appartengo.      c.s.

martedì 30 luglio 2013

L'incontro..

L'incontro.
Chi sei ? da dove vieni ?è la prima volta che t'incontro.Hai una storia da raccontarmi?  non mi sembri tanto felice! cosa ne pensi di questo incontro? ti è del tutto indifferente ?Eppure non posso fare a meno di osservarti, di pensare alla casualità del tuo braccio che sfiora il mio, senza conoscerti.Fermati ! non ci sarà un'altra occasione.La tua storia potrebbe essere la mia.Non mi ascolti  ! sembra che tu abbia fretta
di raggiungere qualcuno che ti sta a cuore ,di concludere un affare importante! Non ti servirà a nulla ! tutto ritornerà ad essere come prima se non peggio !Allora perchè non approfittare dell'incontro! potrei anche abbracciarti,consolarti e consolarmi..Anch'io mi porto un bel fardello dietro.Non mi ascolti ! sono tuo fratello
e vado in senso contrario al tuo sul marciapiede perchè il destino ha voluto così.Vedo che non t'interessa nulla di  me.Vedo che vai diritto per la tua strada.Allora perchè ti ho incontrato ? Siamo degli alieni.
Ormai era uscito dalla mia visione ,l'avevo alle spalle .Un altra figura , in fretta, prendeva il suo posto,identica alla prima  anzi, no, portava nella mano destra una borsa.   c.s.

giovedì 11 luglio 2013

a scuola d'innocenza.

"Mettete insieme tutti i bambini dell'universo in loro non vedreteche innocenza,dolcezza e timore ".(Dictionaire Philos.di Voltaire alla voce "mechant ".
E' proprio vero?  ho i miei dubbi .
Appoggiatevi sul muretto di un recinto di una scuola all'aperto dove giocano dei bambini osservandoli nei loro comportamenti si potrebbe arrivare ad una conclusione diversa da quella espressa da Voltaire.
C'è in fieri la società del domani.Si evidenziano comportamenti che sono in nuce dei grandi.
Sappiate quindi che avendo a che fare con i piccoli (figli ,nipoti,piccoli in genere)li plasmerete a vostra immagine per quanto possibile senza intaccare l'apparato genetico.Come si sia codificato in quella diabolica e contorta scaletta non so proprio dirvi ma penso che abbia molto a che fare con le necessità dei nostri antenati.La tanta decantata innocenza dei bambini io non l'ho osservata.C'è il bambino leader che dice cosa fare obbligando gli altri al gioco da lui preferito :il futuro leader politico o aziendale o sindacale ecc.comunque una persona che ha voglia di farsi ubbidire.C'è il bambino violento che aggredisce il compagno che si permette di contrastarlo :il futuro prevaricatore a qualsiasi costo ,il padre violento .il capo temuto e odiato.
C'è il bambino timido che si tiene in disparte, piegandosi quasi sempre alla  volontà degli altri  ma imprevedibile e pericoloso per eventuali esplosioni di ribellione ( i più efferati delitti sono avvenuti ad opera
di quest'ultimi da grandi.)Sono le bambine ancora una volta le più giudiziose: si prodigano a dare consigli,
ad avere il senso e la misura più dei maschietti di ogni cosa,a convincere del contrario.
Insomma ad osservarli dentro un recinto scolastico ci si rende conto di vedere la società del domani con tutti i pregi e difetti che ci sono connaturati. Altro che innocenza ! c.s.

venerdì 5 luglio 2013

L'idea che ho di voi.

A dire il vero non so se il mio scrivere sia una presunzione personale o una esigenza di comunicare.
Non lo so proprio.A pensarci bene tendo verso la prima ipotesi.L'estensione comunque del mio scrivere va oltre la mia pretesa se viene presa in considerazione da lettori.E' questo l'aspetto di cui voglio trattare.
Il pensiero fino a prova contraria è fatto di idee ma le idee non sono altro che immagini di cose conosciute.Nel mio blog mi rivolgo a persone che non conosco e nello stesso tempo me li prefiguro.
Mi rivolgo quindi ad un mondo che non è reale se non nella mia mente .Allora mi chiedo ,senza disturbare Platone o Aristotele (se la potrebbero prendere a male),chi possa aver stampato le vostre pseudo-immagini nel mio cervello.Cerco di darmi una spiegazione plausibile:esiste forse
un prototipo che, pezzo dopo pezzo, si è  costruito formando l'idea di una immagine, diremmo oggi,
nel database.Nelle religioni del mondo ogni popolo si è fatto un immagine (eccetto il popolo ebreo)
di un essere superiore senza conoscerlo a sua immagin e somiglianza.
Una cosa è certa: abbiamo fame di idee ,fame di conoscere meglio  per meglio conservarci.
Immagino la mia mente un campo di battaglia dove ogni idea cerca di spuntarla sull'altra.senza mai mettere da parte la perdente .
So di essere confuso di avere una immagine di cose passate nella mia testa ma a fare un quadro preciso di che cosa ci sia alla fine del mio pensiero e di chi lo muova,non lo so proprio.La vaga immagine di chi mi potrebbe leggere è di persone che non abbiano tanto da fare.
Non si preoccuperebbero di quanto io scriva un muratore ,un operaio,un medico con orari di lavoro ben definiti ,non i letterati o gli intellettuali ma pochi interessati alla curiosità.Ignoro perfino se le mie idee siano degne di essere lette ma come un pittore cerca i colori della sua ispirazione così anch'io cerco qualcosa.Non è dipeso da me l'entrata e l'uscita di queste idee .Non ne ho il controllo-
Per fare ancora un esempio sembra che come i giocatori di calcio entrano nello stadio giochino la loro partita senza conoscere  come potrebbe finire  dopo di che escono e finisce là.Così mi sembrano le idee che ho di voi.Non chiedetemi oltre perchè a pensarci ritornerei al punto di partenza : un naufrago in mezzo alla tempesta.               c.s.

venerdì 21 giugno 2013

Terapia consigliata

Piegato in due con la poppa prestata al monumento di tutte le  disistimate"fuoriuscite",leggo,
per caso, le pagine  "d'amore e di altri disastri"  del settimanale "sette" n.24 del 14 giugno 2013,   abbinato al Corriere della sera .Conseguenza : un disastro nella mia comprensione.Non capisco.
I  neuroni impazziscono nel coordinare le funzioni neurologiche.Risultato : zero.
Ora ,se godo di  una media intelligenza e le pagine di un giornale sono rivolte al pubblico, per chi vengono scritte questi allucinanti intrattenimennti epistolari tra faccia d'angelo (M.L.R.) e alienanti interlocutori ???
Eccovi un campionario di assurdità scelte e pubblicate dal settimanale:

"servizi di geolocazione ghei da smartphone"; Quando le ho chiesto se avesse mai chiesto alla sua amante di lasciare il marito mi ha risposto di no perchè lei (l'amante)accetta se stessa com'è ";
A mio parere,
le confessioni di un paziente, nello studio di uno psichiatra, avrebbero più senso ;
Ancora :
"rendile di routine come quelle degli etero che stanno con altri etero sposati.Uno straniero che atterra a Fiumicinopotrebbe pensare che l'unica lesbica in Italia sia Paola Concia (?),ex deputata ,ora giurata di stasera un tuffo (evabbè); non è vero alcuni ...dovrebbero farsene una ragione."
"Egregia MIR,breaking nws,l'appeal degli ingegneri con stipendi sicuri e già alle stelle vanno via come il pane..."
"dopodichè si  torna di corsa degli ex rokkerroll   " non tornare da  lui quando ti scarica
il rokkerroll"  " appassionarsi ai completi da gelataio  darsi al laser-game.. e comunque non di quest'ordine.."
"L'accettazione è già un passo avanti verso la guarigione .Interrogativo cosmico.Il nostro bipolare è scomparso .che sia nella panic room ?
nel tuo caso ing.(il film Tinker,tailor,soldier ,Spy,se vuoi capire non va bene...".

secondo me, farneticazioni allo stato puro  dei postulanti Anonimpop,di Maia,di Gep,
di Virgin Mary 23,di Mry Pompins.
                                                    diagnosi
i soggetti in questione necessitano urgentemente di ricovero con cura intensiva obbligata
in un istituto psichiatrico.
                                              terapia consigliata per faccia d'angelo (MLR)

immediato ricovero per intervento chirurgico al cervello (danneggiato il ponte di varolio)
Non si assicura guarigione.                                                                c.s.
                                                                                                                                      


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martedì 18 giugno 2013

lettera a mia nipote.

Carissima A...... ,
con l'orgoglio del consanguineo ho letto le tue riflessioni sulle "Due eterotopie a confronto".
I momenti che vi colgo vanno in direzione di un mosaico ancora in essere ma ben delineato nella tua struttura formativa.L'esperienza mi suggerisce che c'è sempre dell'altro.E' meglio non farsi del tutto coinvolgere per avere una visione più completa della verità ,in verità tante.Costruisciti bene
al di fuori del raccontato .I mattoni del  tuo essere saranno unici e durevoli se l'amalgama porterà l'originale tua impronta.
Vacci dentro ! non avere paura di sbagliare ! picchia duro sulle tue convinzioni !
Nel mare dell'esistenza  dove si naviga a vista le contraddizioni ,le incertezze ,le disillusioni
non avranno se non il tempo di appena scalfirti.
Sono convinto che il merito ,al di sopra di tutto e di ogni cosa,umiliato perfino nella Costituzione che ci siamo dati, griderà al cielo le sue ragioni, senza bisogno di orpelli e di bastoni.
Sii forte e tenace perchè ti aspettano al varco gli esami della vita.
Sii sempre però semplice ed umile oltre i traguardi perchè sono le poche gioie di cui si può godere .  c.s.

venerdì 14 giugno 2013

The sex of cats

Generalmente si pensa di avere più chiare le pruriginose conoscenze sul sesso studiando le teorie freudiane, ad esso riconducibili, non tanto come atto finale quanto per le cause che lo determinano.
Nulla di più deludente !!Calarsi infatti nella psiche dei comportamenti è dal punto di vista scientifico astruso, complesso e indigesto per la quantità sconosciuta di argomenti da affrontare..Lo studioso che affronta tali argomenti mi ricorda i primi cercatori d'oro che su un traballante ascensore si calavano nelle viscere della terra senza sapere a che cosa andassero incontro.
Allora,fatto questo cappello al mio interloquire ,lasciando fuori di casa Freud e facendo entrarte in punta di piedi Darwin, desidero raccontarvi del comportamento sessuale di Chico,il mio gatto.
Nato per caso da una gatta ,vicina di casa,mi son preso cura di esso, ancora lattante .
La madre con altri tre piccoli da mantenere non si è disperata per la sua mancanza.Felice di vederlo crescere mi preoccupavo di curarlo secondo necessità.
Ora è diventato adulto e come natura vuole ha sentito l'imperiosa forza della sua sessualità perchè una gattina (una delle sue sorelle) era andata in calore.Da quel momento ha perso la testa .
Ha messo in atto una specie di corteggiamento convulso ,ridicolo ma persistente.
 Si avvicinava alla gattina con piccoli movimenti alla moviola.Indietreggiava se la gattina ,nuova anch'essa all'accoppiamento,lo rifiutava; Si faceva avanti  se glielo consentiva.
Gareggiava con altri maschi al cui olfatto era pervenuto la disponibilità sessuale della gattina.
Con cautela, si posizionava in completa immobilità in attesa di un segnale favorevole.Non mangiava più; Non rispondeva più ai miei richiami facendomi intendere che avesse ben altro da fare.Qualche volta l'ho trovato  in attesa che la gattina scendesse da un albero dove si era rifugiata.
Insomma : perduto nella voglia di accoppiarsi.
Questo tran tran è durato diversi giorni.Ogni tanto scomparivano ma si sentivano i gemiti strazianti
di un accoppiamento veloce e violento.Finalmente me lo vedo comparire sporco,dimagrito,affamato ma negli occhi la consapevolezza che era riuscito a farcela nonostante la sua    apparente indifferenza.Quanti sacrifici per l'affermazione di un atto che a sentire Freud è  forse  la causa e la conseguenza di ogni cosa !!   c.s.

mercoledì 12 giugno 2013

Il tribunale..

Il viaggio non fu lungo ma seminato di ostacoli.Attraversare un fiume che gorgoglia ,senza sapere nuotare e sfrecciare l'aria senza saper volare non sono cose da poco.
Comunque sia ,senza più la ragione a sostenerlo,senza volerlo , si trovò al cospetto di figure dentro camici bianchi in aperto contrasto con il nero dei loro corpi che non avevano niente di umano .
 Il loro compito appariva quello di distribuire i nuovi arrivati in due diverse direzioni.Parlavano tra di loro ma più che parlare emettevano suoni gutturali piuttosto sinistri e incomprensibili.Quando arrivò il suo turno fece non pochi sforzi per capire che cosa stesse succedendo ma nessuno
fu in grado di spiegargli che cosa si volesse da lui e che cosa doveva fare.In definitiva il fatto di non comprendersi aumentava la tensione generale producendo come risultato smorfie nei visi delle figure dietro al bancone collocate là, a quanto sembrava, per giudicare. .Non si capivano ;Parlavano altre lingua.Inutile per il malcapitato scusarsi di non capire.Non passò comunque molto tempo che cominciò a farsi strada nella sua mente una certa insofferenza simile  alla paura se non al terrore .
A pensarci bene aveva studito molte lingue ma quella del tribunale gli era completamente sconosciuta.Continuò a dare in smanie e gridare le sue ragioni ma quelli imperterriti proseguirono
nel loro lavoro sempre più infastiditi ed annoiati.Poi sollevato di forza da due energumeni venne spinto nsieme ad altri stralunati  verso un rogo  di fumi e fiamme che si intravedeva all'orizzonte di un cielo plumbeo dall'aria sempre piu irrespirabile che sapeva di carne bruciata.               c.s.

martedì 4 giugno 2013

la memoria.

Nulla di più intenso ed assillante, in vita,quanto il pensiero della morte.
A rifletterci bene ,non ci dovremmo troppo preoccupare perchè ,alla fine,quando arriva non presenta con certezza mai le sue credenziali.
Allora, sono i vivi che  ne parlano,angosciati non  dal fatto che la persona scomparsa
non sia più visibile, che non la si possa più incontrare, quanto dall'enigma che rappresenta la sua dipartita.Priamo,  re di Troia ,umiliandosi piange  ai piedi di Achille perchè non abbandoni  il corpo
del figlio Ettore, ucciso, diventando "di cani e d'augelli orrido pasto". Consegnarsi  nell'aldilà dilaniato nel corpo   terrorizza il padre più di ogni altra disgrazia.
 Ci terrorizza quindi la PAURA DI NON SAPERE .In effetti tutto ciò che accade attorno alla morte
con il suo corredo funerario appartiene alla vanagloria dei vivi risolvendosi in una recita, valida a testimoniare una condizione, a volte e per pochi di dolore, ma di più   a comunicare uno stato sociale.
E' vero , in tutte le parti del mondo si recita la dipartita in  diverse forme ma comune è il timore
 del mistero.
Riflettendoci  la temiamo più di ogni altra cosa . Senza dubbio ci atterrisce un "se": e se dovessimo rendere conto a qualcuno ?
abbiamo  paura di essere giudicati nel bene e nel male nei nostri comportamenti che non sono mai senza colpe. e  ai più nascoste, che appartengono a quel lato oscuro della nostra esistenza dove abbiamo conservato come in un vaso di Pandora tutti i pensieri e gli atti peggiori: odio, violenza, invidia, arroganza,aggressività,gelosia  ecc.cause di morti,di stragi ,di olocausti.
Il fatto però di essere sopravvissuti come esseri viventi lo si deve soltanto alla capacità di aver saputo dominare il circostante facendo diventare la sopraffazione e la violenza delle  necessità conservando nella memoria quanto acquisito. Siamo venuti fuori così come ci siamo costruiti.
Abbiamo comunque procrastinato il tempo della nostra estinzione.
Una cosa è certa quando avverrà non ci saranno vivi che la potranno raccontare e nelle diverse forme recitare nè la memoria a conservare.Quella sarà la vera morte di cui non troppo ci preoccupiamo.         c.s.

lunedì 27 maggio 2013

Pillole per l'anima.


Se una lacrima riga il tuo volto,
guarda le stelle quando cadono;

Se sei piegato su una sedia a rotelle,
guarda gli uccelli che volano;

Se perduto sei nel tuo senno,
rifugiati nell'amore che ti danno;

Se l'azzurro del cielo è tra le sbarre,
metti le ali al sogno che ti corre;

Se voce non hai per farti udire,
grida più forte qualcuno  pùò sentire;

Se cadi in basso e par che tocchi il fondo,
regola è  risalire in questo mondo;

Se ti manca la gioia in quel che fai,
provati a rimetterla in quel che dai;

Se guardi il mare non dir che ti appartenga,
la goccia ti disseta se vai alla fonte;

Se inerzia ti prende,
 imita saetta
che dal suo arco scocca,
spinta dall' arco dentro  sua tacca.

Se sei solo non aspettar la sera,
c'è semprein attesa anima sincera:
Se ira ti vince ,
Puoi esser  un cane
libero da catene?

Se  dolore ti vince,
 non gridar alla malasorte
il dolore svelena l'organismo
più che morte.

Se scrivi perchè l' animo ti rugge,
che scrivi a far se nessun ti legge.     c.s.

domenica 19 maggio 2013

Vi presento Sal ovvero autoritratto.

Vi presento Sal !
E' incolore,insapore,inodore.
Vi chiederete chi possa essere e se possa esistere una persona così fatta.
Certo che esiste è Sal,mio marito.
Finite quelle sfumature di portamento che lo rendevano unico ai miei occhi, attenuate quelle smorfie del suo viso che mi piacevano tanto, allentati i movimenti aggressivi del suo corpo: adesso è opaco.
Il colore insieme al calore delle sue parole hanno perduto quella intonazione ,quella efficacia che facevano sussultare il mio cuore nella voglia continua di ammirarlo e nel contempo di stupirmi:
ora è sbiadito.L'intensità dei suoi chiaroscuri interiori faceva di lui un personaggio interessante e imprevedibile.La veemenza delle discussioni politiche, delle argomentazioni sociali lo rendeva rosso come un papavero in piena fioritura:adesso è bianco ,di quel colore smorto dei fiori sulle tombe.Condivide perfino i governi di larga intesa ,la pacificazione dei rossi coi neri.
Mi faceva vedere le stelle adesso mi fa navigare nel mare della tranquillità.
E' scialbo ,indigesto come una mela cotogno.Sa di bruciato dimenticato sul fornello.
La sua verve si è mutata in una verza rancida.Tutto ciò che era amabile ora è insulso.
Tutto il sapore del suo essere è diventato insipido.
Non percepisco più l'odore della sua pelle :sempre più spesso cerca di mistificare i suoi effluvi
con fragranze di supermercato .I profumi che usa sono semplicemente disgustosi :mandano in aria certe molecole che atterriscono le terminazioni olfattive .
Allora ,vi chiederete, non c'è proprio niente da tenere ?sì,vi rispondo, me lo tengo eccome,
 è la persona  che amo . Non è colpa sua se è mio marito.  c.s.

mercoledì 15 maggio 2013

Cactus

Cactus
Tempeste di sabbia, sole rovente, robuste spine, serpenti a sonagli, aridi cespugli sono i miei compagni di vita.E' la sabbia che mi dà più fastidio ,capace di scorticarmi vivo quando il vento si diverte a portarla in giro e sbattermela in faccia.
Le spine,lo sapete tutti,servono a difendermi da certi morsi di curiosi animali a quattro zampe che si trovano
a passare dalle mie parti.Debbo ammettere che i serpenti sono quelli che mi danno meno pensiero
si arrotolano ai miei piedi senza nulla chiedere e nulla dare e poi il suono dei loro  sonagli, in questi posti silenziosi, non dispiace.Non capisco perchè siano tanto odiati..!! punti di vista!! C'è il sole.Con esso non c'è da scherzare .Quando si alza, sa essere insopportabile ,capace di arrostire.E' per questo motivo che non porto foglie.Nessuno si cura della mia forma : dicono che qualcuno si sia divertito a mettermi in croce.
A tutti posso dire che la mia vita non è facile,che non mi disseto alla fonte che mi sono estranee la freschezza e l'ombra.Soffro di solitudine.Ci sono qua e là altri fratelli ma ,come vedete, ci teniamo  a debita distanza.
In effetti non hanno nulla che io non ho.Sono compagni di ventura.Debbo confessarvi che la mia natura, nonostante questo arido aspetto,è tenera e morbida ma me la tengo dentro.Sono un po' diffidente specialmente difronte ad un bipede che di tanto in tanto si avvicina e persino mi fotografa.Ditemi quello che volete ma quello strano essere mi dà da pensare Dice di me che sono curioso che ho le corna.Dovrebbe guardarsi allo specchio!! con quelle strane protuberanze in viso  farebbe venire il mal di stomaco perfino
al mio vicino di casa : il crotalo.Per quanto riguarda le corna, ne vado fiero . Dicono anch'essi
di possederle  ma io non le vedo.Dovete poi ammettere che faccio uno dei più bei fiori del deserto : lascia a becco aperto anche gli uccelli.Cosa produce quel presuntuoso ?...solo guai.Tutto sommato mi piace viveere lontano da lui..                             c.s.

lunedì 13 maggio 2013

Più che carco d'infamia si mostra a dito.

La casa era là con le sue pietre nude e scurite dal tempo, in mezzo ad un bosco di querce ma non era una vera casa piuttosto  un rudere .Abbandonata da tempo dai vecchi proprietari era stata rimediata dai nuovi inquilini alla meno peggio.Dormivano come bestie tutti in una sola stanza attigua ad una cucina annerita dal fumo e fatiscente.
La strada per arrivarci era impraticabile specialmente d'inverno.L'acqua usata era quella stagnante di un pozzo vicino. Non si sa come, ma era nato in quella casa Nicolino.Dormiva nella stessa stanza  insieme a due fratelli ed una sorella  con i. genitori.
All'improvviso lla tragedia :  Nicolino spara al padre e sfigura al viso la mdre, per sbaglio si dice, mentre maneggia un  fucile da caccia.
Nonostante tutte le perizie e le investigazioni giudiziarie non ci furono conseguenze penali
per Nicolino perchè minorenne.
Nicolino è diventato grande e quando attraversa la piazza viene indicato a dito come probabile assassino.
La croce che  si porta dietro è pesante.Nessuno si fida di lui.Alla ricerca di una compagna
per la vita si è visto sempre rifiutato a causa di un passato oscuro e poco raccomandabile.
La storia dei fatti che, appena sussurrata, cammina sotto sotto su Nicolino, è un'altra.La sorella sottoposta ad un  incestuoso rapporto dal padre viene scoperta dalla madre .In una scena di tragedia greca il fratello maggiore uccide il padre e per errore sfigura la madre mentre il padre si dibatte a terra in una pozza di sangue.Da quel mmomento ha  inizio il calvario di Nicolino. Il peso che si porta addosso l'ha costretto ad una vita di isolamento mandandolo   incontro ad una forte depressione.Dice di dormire poco la notte e vedere in sogno dei carabinieri che lo inseguono per ammanettarlo ma lui scappa  gridando :
non sono stato io,
non sono stato io ..!!! svegliandosi in un bagno di sudore.                                         c .s.

domenica 12 maggio 2013

"Indovina chi arriva a casa."

Guidata senza fretta, la macchna avanzava lungo il viale alberato in un gioco di luci e di ombre.Collie attraverso il finestrino, con un ampio respiro, si godeva la vista dei luoghi conosciuti e tanto cari ma da molto tempo abbandonati.Tutto quel mondo, in una danza di benvenuto, le girava attorno : la fontana in pietra che portava ancora l'acqua a dissetare i passanti; Sulla collina, i cavalli dal pelo lucido erano quasi del tutto indifferenti al suo passaggio ma non fino al punto di non alzare, sia pure per breve tempo, la testa.
La casa che l'aspettava era tanto grande da distinguersi in lontananza .
Collie pensava alla madre che sicuramente teneva la cameretta in mansarda, dove era cresciuta, in ordine..
Era sicura che la sua finestra sotto l'angolo  del tetto portava ancora le candide tendìne, ricamate a mano,
a nascondere la sua intimità.Era da quella finestra ,in passato, a dominare con lo sguardo la vita attorno
alla casa : il giardiniere indaffarato a curare la siepe; i contadini, come formiche,a svolgere le loro mansioni sotto l'occhio severo e vigile del padre ; Quello stesso padre che l'aveva promessa come futura sposa
ad un giovane che cresceva in un'altra ricca famiglia non molto lontano dalla loro.
 Da una di quelle finestre di casa il padre aveva visto una scena che non avrebbe  mai voluto vedere :
 la figlia , di notte ,di nascosto, andare a finire tra le braccia di un'ombra scura e sconosciuta.
Da allora molte cose erano cambiate .Era stata rinchiusa senza nessuna spiegazione in un collegio di città
senza più legame con i genitori se non quello di avere le rette pagate.
Quante cose da dimenticare !! e quante nuove da accettare !!
Accanto a lei sulla macchina c'era Erik suo figlio ,un ragazzotto riccioluto di dieci anni addormentato dagli  scossoni della macchina in movimento..
Collie se lo guardava come se fosse per la prima volta quando in clinica le avevano messo tra le braccia
 un piccolo coso nero nero, pieno di capelli che piangeva.Sarebbero i suoi genitori stati contenti di accoglierlo? c.s.

giovedì 2 maggio 2013

di Elena di Troia o del marital letto abbandonando.

Se c'è un esempio, nella Storia, di infedeltà coniugale quello di Elena di Troia è insuperabile.
La bellezza di questa donna, raccontata nell'Iliade da Omero, lascia senza fiato.Moglie di re, madre di bella figlia ,ricchezze  a circondarla  ,eppure....  non  sufficienti a renderla felice .Un tarlo rodeva dentro
al punto di cader tra le braccia di un  altrettanto bellissimo giovane ( Paride), oltretutto mentr'era suo ospite ,
che le aveva fatto perdere il sonno insieme al senno.Vinta d'amore , con lui fugge, causando
una lunghissima guerra e tanti lutti.
Passati dieci anni , pur sempre bella, osservando dagli spalti della città  lo strazio delle lotte e nel vedersi causa di tanta sciagura ,si condsidera indegna  e nell'amaro rimpianto  si ricorda  giovinetta
quando da virgineo pudor pressata alquanto,per la primiera volta, vergin, il passo aprì alle cedente voglia,
di conoscer l'altro, le gambe abbandonando e il corpo tutto.L'intesa non fu lunga.Dolore misto a piacere fu la conquista ,tremore del corpo per lo sconquasso.Inciso a fuoco fu nella mente l'aver goduto tanto .
D'allor l'aver lasciato la porta aperta, dopo il consorte, ad ospiti graditi fu sua sciagura e sugli spalti  si ritrova cagna sfacciata

Non so fino a che punto la storia di Elena sia inventata .oggi ,i  tradimenti sono
all'ordine del giorno e le infedeltà coniugali non si contano più.

Conquistata Troia ,i Greci tornarono alle loro case .Molte donne troiane finirono schiave .Elena fu trovata a letto con  Deifobo a cui si era unita dopo la morte di Paride ma non venne uccisa da Menelao(suo marito ), sia pur sdegnato contro l' infedele donna,  l'incanto della di lei bellezza gli fece cadere l'arma di mano.
La perdonò e la condusse seco.
C'era proprio bisogno del sacrificio e della morte di tantissime persone
 per il perdono di una fedifrega.??
Dimenicavo che si tratta di un racconto e che la fantasia.....!!! no,ripensandoci ,è la realtà che supera la fantasia.
 Storia di ieri ,di oggi e forse di sempre fino a quando squarciato il petto, rotto è l'affanno.                 c.s.

mercoledì 1 maggio 2013

Katarsi

Tra le mani l'Iliade  di Omero.Pagine ingiallite, piccoli segni di penna qua e là  ,semplici sottolineature
 muovono i fantasmi del mio essere,con battiti d'ali.
Tutto è nell'insieme fragile, pronto a rompersi come finissimi cristalli urtati nella loro meravigliosa essenza:
i miei compagni di banco; i miei docenti (quale percorso ha riservato il fato?), l'aleggiare degli avvenimenti raccontati dal libro( i soli capaci  in illo tempore di prendermicompletamente); la tragicità degli eroi.Tutto sale dalle pagine come fumi di un camino:ecco Ettore ,l'eroe  da me più amato, condannato crudelmente
dal destino a pagare colpe che non aveva.
Alla sua morte  mai rassegnatomi,.L'ululato ancora nelle orecchie di Ecuba ,i gemiti del padre Priamo ,spettatori della tragica fine dell'amato congiunto, trascinato nella polvere dal carro di Achille assetato di vendetta .La visione di andromaca che alla vista dello scempio si scioglie la chioma come per dare vita  ,senza più freno, allo spasimo del dolore.La coralità tragica di quelli che assistono da sopra
le mura della città ai segni permonitori della loro imminente fine.
Non è cambiato nulla.Il dolore ancora invade gli animi ;L'odio ancora alberga nei cuori ;la guerra dissemina ancora lutti tra i popoli;l'arroganza degli uomini la fa ancora da padrone.
Non vedo più eroi;non vedo più coraggio e altruismo.Il mio Ettore è morto per sempre .Non abbiamo imparato nulla neppure dalla poesia.La catarsi ci è estranea.     c.s

martedì 2 aprile 2013

Piove sul bagnato

La città ,si sa,è piena di movimenti,di luci ,di ombre  .Tutto ha un senso anche se è difficile orientarsi quando la necessità spinge.Tutto  sembra funzionare  per gli addetti al lavoro:Resta poco per gli altri. La curiosità
comunque la fa da padrone .Guardi a destra guardi a manca, lo smarrimento ti prende.
In verità i segnali per non perderti ci sono.Le insegne lampeggiano,le icone ti guidano ma non stanno al passo con i tempi.Tutto è stato costruito e scritto per il futuro e già appartengono al passato.
Le vecchie cabine telefoniche (per es.)sono diventate veri e propri monumenti della città.Tristi simboli
di un'epoca che brucia le tappe di un progresso(forse) in fieri.Potrebbero servire ad un passante che vuole ripararsi dalla pioggia ma nessuno più pensa all'utilizzo di  questi simulacri per l'unico scopo per cui sono state ideate e programmate.
Non finisce qui.
Non per colpa nostra saremo costretti ad imparare un'altra lingua come l'inglese perchè dobbiamo sapere cosa ci riserva una scritta all'esterno di una casa come  "Internet point".
Ancora non abbiamo fatto i conti con oscuri detentori  di in potere su  meccanismi di una stupefacente invenzione (di cui non possiamo fare più a meno),
che senza accorgercene ci  ha messo su un binario il cui deragliamento può determinare catastrofiche situazioni di nuova schiavitù fino a questo momento impensabili.
Contro chi combatteremo nella donchisciottesca impresa di liberazione ??
Nel frattempo si potrebbero modificare le storture esistenti come questa:
quando un transessuale si reca ad un bagno pubblico per i suoi bisogni  primari in quale bagno deve entrare ? in quella dei maschi o in quella delle femmine ??
Che ne pensate della giunta di una terza insegna con un terzo bagno  con sull'insegna una figura  mezza femmina e mezza maschio ?
Sarebbe un ricoscimento di un  diritto negato spesso  a quelle persone che tanti diritti non hanno. c.s.

domenica 24 febbraio 2013

Un'ora all'alba.

Un'ora  all'alba.
Quando se ne parla, il brivido immediato è della sofferenza ,della disperazione  e della sopportazione. Sono gli ospedali ,le  carceri ,le comunità dei tossicodipendenti, le case degli anziani,le case di malati terminali o di portatori gravi di handicap  e tanti altri posti di cui non conosciamo l'esistenza.Pensare alla notte di questi luoghi non è come pensare alla vita di in albergo.Deve succedere a te, per capire le ore degli altri,
quando, per esempio, non ti senti bene .Succedono le cose più strane Conosci i  limiti  a cui ti sottopone     una sofferenza .Il corpo e la mente   mettono  in opera gli adattamenti più impensabili del momento.
Lo scorrere del  tempo ti segna  e ti fa pensare agli altri.mentre tutto ciò che  scorre sotto gli occhi
perde i suoi connotati.Navighi  nell'oscurità.
Aspettiamo che passi e non passa mai.Si accende la luce per saper e a che punto stiamo del guado .
.la sorpresa è sempre là pronta a deluderti Avremmo voluto che il tempo fosse trascorso  più velocemente
per ridurre la sofferenza .Viviamo insomma  in un'altra dimensione.Non siamo più noi stessi come se ci fossimo trasferiti in altri luoghi di altri tempi ma  a noi familiari.Poi c'è il cervello :il vero protagonista di quello che ti capita.Che cosa non ti fa vedere e pensare !!  Paure mai sopite che vengono in sequenzadeformate; desideri sconvolgenti e passioni mai sopite;sessualità nascoste;contraddizioni del tuo essere.Come in un lucido film costruisci enigmi, evidenzi contraddizioni del tuo essere,sgretoli certezze,passi in rassegna disegni e ragionamenti che non sono di questo mondo.C'è un altro essere in noi che si manifesta nella sua diabolica
fattezza  mentre il primo, per paura e disorientato, va con gli occhi alla ricerca  dell'orologio del tempo
e ti accorgi che tutto è fermo mentre  regina regna l'insonnia.Allora pensi a tutti quelli che si muovono nel buio della notte che nel "duol ti son compagni".Piegato, scegli lo spazio adatto a contenerti e là ti rifugi in attesa ..in attesa che tutto abbia fine.Un male oscuro ti prende ,ti avvince ,ti avvolge,ti sottomette. Guardi l'orologio, manca sempre qualcosa all'alba.

domenica 3 febbraio 2013

Montecassino:i morti non mentono.

Se  qualcuno desiderasse sentire la voce dei morti dovrebbe fare una visita al cimitero dei Polacchi a Montecassino FR, luogo  di giovani vite stroncate durante la seconda guerra mondiale.D'estate,
una giornata qualunque ,una visita per caso al monastero .Al cimitero si accede superando un cancello che
ti introduce in  un lungo viale, in mezzo al bosco.Cammini nel silenzio .La sensazione è che non sei solo.Oltre al cri -cri dei grilli avverti qualcosa di impalpabile,di assolutamente vicino che ti fa sudare freddo.Avverti la presenza di tante anime ,le grida disperate dei corpi dilaniati che ti chiedono aiuto ma che tu non puoi dare  perchè il tutto è solo nella  mente.Sono tutti giovanissimi .Vorresti parlare con loro; chiedere se i vivi sono diversi  dai morti .Dove sono i loro parenti, per poterli andare a trovare e confortarli   per il  tempo atteso.Assicurarli del riposo e della pace dei figli  anche se non è così .In effetti non li sento  affatto tranquilli :  vagano irrequieti; tormentati dalla caduta delle illusioni di una vita non vissuta,di gioie mancate,di amore non dato, di inutile impegno soffocato dal sangue versato..Si agitano,si accalcano,si aggrovigliano attorno a me, avverto quasi il loro fiato ,sento la disperazione nei loro comportamenti.Poi all'improvviso vedo uno che si stacca dalla folla, giovanissimo ,dal viso triste, ancora in divisa sporca di sangue che con passo lento e misurato,mi viene incontro.Tu che sei vivo -mi dice - porta questo messaggio ai miei  tanto lontani che aspettano ancora che io ritorni.Dì loro di non disperare perchè  quando arriverà il loro momento li andrò
a consolare  nelle loro tombe.Sento la mia testa   abbassarsi  in un convinto  consenso.Ma io sono vivo?          c.s.

lunedì 21 gennaio 2013

Elezioni politiche

Ovunque il guardo drizzi "è di tutti la faccenda e la gara" verso ignominiosa voglia di potere. Arde ogni petto di fermo amore alle lor cose e dell'usato arbitrio si va ancor fieri mentre del clamore e dei lamenti echeggia il cielo. Dolci parole s'adopran e assai lusinghe perchè l'incanto la ragion contrasti. come uccellin che non sfugge a sibilo di serpente, finendo ,poverino, tra le brame. Vinto e confuso è l'omo del volgo che del populismo si compiace senza pudore e senza suo ritegno dei lusingatori vota lo scranno. quando, poi, dello stomaco non ha più di che riempir le stanze manifesta, tristo, il suo disdegno. è come il vento il vulgo assai incostante ma quando degli eventi si giugne al colmo convien della ruina fermare il passo se del futuro non vuoi che resti il danno. Del vulgo i beffatori sempre "fottanno" (se ne fottono) e non lice a lor per scrupoliperder il sonno. Misura è colma e fine c'è da porre alle faconde ciarle. Designare il giusto è tempo, e della protervia e dell'arroganza abbatter il regno. ma dov'è il giusto se io confuso, della tela non vedo il filo? destriero cavalco senza briglia, spuma divento dell'onda sullo scoglio. E' nelle armi forse il frutto ? è nella falce che drizza la sua lama verso il collo di quei beffatori in cerca di quel vermiglio che arrossa i fiumi e lutto adduce più del mio rassegno ? allora ? allora..... Che le arringhe corrano ancor sulle lingue senza lasciare il segno. Che promesse e giuramenti perdano il senno. c.s.

lunedì 14 gennaio 2013

Girotondo (poesia).

Girotondo
Ora che la ghianda che dal guscio il vento stacca
ad imprimere il segno nella turgida terra,
ora che la dura roccia apre pareti
perchè l'acqua vi scorra dentro,
ora che il raggio trapassa la nube vergine e la scioglie,
ora che la carne separata aspetta di ricongiungersi in spasmodico delirio
arriva il senno, rotto dal mistero che non gli dà tregua.
Allora ritorna il fulmine a sguarciare la cupola ,
a rompere il silenzio il lamento
ed una voce antica  a chiedermi chi sono.  c.s.

sabato 5 gennaio 2013

Perdersi.

Perdersi ! per andare dove? C'è qualcuno o qualcosa che aspetta ? e se aspetta ,cosa può aspettarsi da chi è perduto? di certo il vuoto che ci contiene.Perdersi dietro a qualcuno/a ; perdersi d'animo,  di coraggio: perdersi dietro ad un sogno ; perdersi in un luogo ma nulla a confronto dal perdere se stessi.
C'è qualcosa che può arrestare lo smarrimento del nostro essere ?
Non ci sono confini che lo contengono.Tutto gira a vuoto.
Mi ricorda il vento che si agita per farsi male contro le pale di un mulino .
Perdersi in mezzo alla folla che, mostruosa creatura, si muove come materia amorfa.
Fantastico il moto delle cose .Chi ha dato inizio ? e chi segnerà la fine ?
La vita è come una scia .La guardi ,ci perdi gli occhi dietro,ma non resta niente.
Forse non è neppure così il "dove si puote ciò che  si vuole" e a noi non tocca manco dimandare .
Però foglia  di un ramo come appiglio ci tocca sia pure come vita di farfalla.  c.s.