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lunedì 21 gennaio 2013

Elezioni politiche

Ovunque il guardo drizzi "è di tutti la faccenda e la gara" verso ignominiosa voglia di potere. Arde ogni petto di fermo amore alle lor cose e dell'usato arbitrio si va ancor fieri mentre del clamore e dei lamenti echeggia il cielo. Dolci parole s'adopran e assai lusinghe perchè l'incanto la ragion contrasti. come uccellin che non sfugge a sibilo di serpente, finendo ,poverino, tra le brame. Vinto e confuso è l'omo del volgo che del populismo si compiace senza pudore e senza suo ritegno dei lusingatori vota lo scranno. quando, poi, dello stomaco non ha più di che riempir le stanze manifesta, tristo, il suo disdegno. è come il vento il vulgo assai incostante ma quando degli eventi si giugne al colmo convien della ruina fermare il passo se del futuro non vuoi che resti il danno. Del vulgo i beffatori sempre "fottanno" (se ne fottono) e non lice a lor per scrupoliperder il sonno. Misura è colma e fine c'è da porre alle faconde ciarle. Designare il giusto è tempo, e della protervia e dell'arroganza abbatter il regno. ma dov'è il giusto se io confuso, della tela non vedo il filo? destriero cavalco senza briglia, spuma divento dell'onda sullo scoglio. E' nelle armi forse il frutto ? è nella falce che drizza la sua lama verso il collo di quei beffatori in cerca di quel vermiglio che arrossa i fiumi e lutto adduce più del mio rassegno ? allora ? allora..... Che le arringhe corrano ancor sulle lingue senza lasciare il segno. Che promesse e giuramenti perdano il senno. c.s.

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