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mercoledì 7 agosto 2013

Nenè

In paese lo chiamavano Nenè.Che fosse il diminuitivo di un altro nome era sicuro ma di quale non si sa.Anche le origini di Nenè,per i più ,erano sconosciute.Come se la Natura l'avesse partorito così come lo si conosceva: quarantenne e trasandato.Portava sempre con sè una giacca, piegata in due, o sulla spalla o sul braccio.Una camicia sudicia,aperta sul petto, sia d'inverno che d'estate, lasciava intravedere una peluria arruffata e villosa. I pantaloni piovevano nell'estremità a brandelli sulle scarpe che senza lacci e scucite contenevano dei piedi in libertà.I calzoni erano tenuti da una cinta sdrucita che saltando i passanti s'intrecciava a croce sull'ombelico.Sostava nella piazza di paese in attesa della corriera di linea.C'era sempre qualcuno che dietro un modesto compenso gli affidava il peso di una valigia o un involucro da portare..Non discuteva mai della ricompensa, si affidava alla generosità delle persone.Non parlava che a monosillabi.Lo si doveva interpretare perchè il suo esprimersi non era mai attinente a quanto si stesse dicendo.La risposta a quanto chiesto arrivava con notevole ritardo e quando meno te l'aspettavi.La domanda :" Nenè, sei libero ?? sai dove abito ?? portami questa valigia ..!!" la risposta che arrivava fuori luogo e fuori tempo era:"Che fa studi ??? alle case popolari ... !! tu sei figlio di...(indovinando sempre) "e se la rideva sotto i baffi per avere, a suo modo di vedere, sotto controllo la situazione.Era onestissimo .Non pretendeva mai ,più di quanto fosse giusto e se volevi dargli di più non lo accettava.Si caricava, all'improvviso ,la valigia e si dirigeva verso la casa di chi gli aveva affidato l'incarico senza più interloquire facendo le curva delle strade ad angolo retto(andava al centro della strada e poi girava come un militare ad angolo).Tutti lo rispettavano perchè non era capace di fare male ad una mosca. La piazza era la sua casa.La fermata della corriera, la sua speranza e la sua sopravvivenza.Poi ,all'improvviso scomparve.Non si seppe più niente di lui , come se la Terra l'avesse inghiottito così come, di nascosto, l'aveva generato. Senza la benchè minima commozione di voce si era sentito sibilare tra i denti qualcuno che, forse, era andato a buttarsi in qualche burrone di campagna come fanno gli animali quando sono vecchi e stanchi. c.s.

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