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sabato 26 ottobre 2013

"La natura ".

Tra una voce e l'altra: "correva.....;si mettono al volante ubriachi...; per fortuna l'incidente gli ha salvato "la natura ".Per dare lustro alla mia ignoranza chiedo agli astanti il significato di quest'ultima espressione. La risposta non si fa attendere ."è un'espressione popolare per far intendere che i genitali, organi importanti per la riproduzione sessuale,non siano stati compromessi."Non conta, per i più, se si è fracassato, nell'incidente, una spalla,se si è spezzato una gamba,se si è spaccato la testa,conta la salvezza di questi meravigliosi quanto sconosciuti strumenti riproduttivi, forniti da madre natura.E' vero tutto gira intorno alle straordinarie e rocambolesche possibilità di essi.Guai a non possederli in un senso o nell'altro: si è tacciati di non avere coraggio, di essere un ramo secco o peggio di usarli contro natura; si viene additati come "diversi" da emarginare mentre per "i normali" è un dono di natura esserne in possesso. Il futuro di ogni essere vivente è legato indissolubilmente alla loro capacità adattativa, al loro appropriato manifestarsi.In verità non c'è tenerezza più grande di una madre con il suo piccolo.Non c'è protezione maggiore. I grandi filosofi del tempo non sono stati in grado di spiegarci del perchè della "natura".tutto è senza risposta. Diciamo che madre natura ha dettato le sue leggi e gli esseri viventi si sono adattati .Non vorrei comunque trovarmi nei panni di questa grande madre per risolvere la complessità della vita.Molti sono i figli ribelli e sottometterli è un vero tour de force.Esempio il nespolo del mio giardino ha una tendenza al suicidio. Fiorisce fuori tempo quando fa freddo e tutto gela : i fiori non arrivano mai a compimento per diventare frutto.Poi penso che i comportamenti stravaganti non siano solo delle piante e mi rassegno. c.s.

mercoledì 16 ottobre 2013

Visita ad una città ideale.

Le vie di comunicazione non sono mai affollate.La rete urbana è a chiocciola, con strati sovrapposti:il primo, per entrare al Centro, l'altro per uscire.Tutto è stato ideato per andare al Centro o per uscire .All'esterno della struttura a chiocciola un enorme parcheggio circolare obbliga il conduttore di veicoli a lasciarlo al di fuori senza compromettere il traffico interno.Si arriva al parcheggio da strade esterne che vi arrivano come raggi di una bicicletta.Lasciati i veicoli,tabelloni luminosi segnalano gli ingressi per settore amministrativi,commerciali, servizi ecc.Navette veloci su tracciati fissi si alternano in entrata con quelli in uscita (la navetta non parte se l'altra non arriva)Piste ciclabili per i giovani e i meno giovani sono a portata di mano.Piste riservate a portatori di handicap: i sordi seguono percorsi predisposti ad essere visti con segnali luminosi; i ciechi seguono percorsi dove tutto è predisposto a segnali sonori;carrozzelle, su tapis roulants, si muovono al comando di un qualsiasi senso o parte del corpo che funzioni.Case ,alberghi, ospedali, parchi fiancheggiano le corsie di entrata ed uscita.Il verde si alterna a tutto.Una caratteristica delle case è che sono costruite con pannelli solari al posto dei mattoni, con energia a sufficienza per qualsiasi esigenza.Lo smaltimento dei rifiuti possiede una rete di distribuzione come la fognatura,l'acqua ,il gas: direttamente ed automaticamente dalle abitazioni confluisce in centri di raccolta e di trasformazioni che sono al di fuori della chiocciola e vicini alle sedi delle industrie.Non si può andare al Centro senza sapere che cosa si vada a fare.A tutto si accede con una tessera di riconoscimento elettronico: non ci sono attese negli uffici perchè il computer programma a quali servizi si può accedere in tempi stabiliti e per quante persone.Tutti i centri sportivi o rieducativi (scuole , carceri,chiese per qualsiasi credo o culto)sono al di fuori del parcheggio.C'è una via che porta al Centro chiamata la via del Caos :in quest'ultima si può accedere per perdere tempo e fare esperienze di qualsiasi genere sbrigandosela da soli.Il sistema operativo che regola qualsiasi movimento o flusso di persone o cose è al centro della città.Per le cose che mancano ,scrivetemi: salvatorecapitano@tiscali.it c.s.

mercoledì 9 ottobre 2013

E' l'altro che sbaglia..

Le conquiste, in gran numero e in qualsiasi campo ,sono dovute a contraposizioni delle parti in una logica arrogante che si è dalla parte giusta e che l'altra sbagli.Si sono costruite su questo principio teorie a non finire quasi sempre in antitesi, a danno della verità e con notevole ritardo del risultato (vedi la Ricerca,vedi le religioni,vedi le conquiste spaziali,vedi comunismo e capitalismo ecc).In un campo, più che in altri, proprio perchè si è a contatto con le persone, si evidenziano questi contrasti:nella medicina. Seguo su sky un programma, della sezione "mondi e culture", malattie misteriose.Si parla di patologie rare, da poco identificate, in base ai sintomi,all'anamnesi,ai risultati di laboratorio, nel libro della medicina con i nomi degli scopritori.Ciò che mi sconcerta sono le lungaggini e le sofferenze a cui sono sottoposti i poveri malcapitati colpiti dalla patologia Una cosa è comune a tutti:l'angosciante consapevolezza di non sapere da quale malattia il malcapitato è stato colpito.Penso: si può morire per una diagnosi sbagliata ,si può morire senza conoscere di che cosa si muore,ci vuole qualcuno che dedito alla ricerca o altamente specializzato si interessi alla sua malattia.Inizia la via crucis del malato.Di fronte al malato quasi nessuno ammette la sua impotenza.Ulteriori esami.Esito scontato :il malato non ha niente di cui preoccuparsi.Poi c'è qualcuno che deve dimostrare di saperne di più e approfondisce l'argomento di studio.Finalmente dopo laboriose analisi ed esami c'è la risposta .Si sa di che cosa è stato colpito l'ammalato e se c'è una terapia si applica (quasi i estremis). L'ammalato e i suoi vicini perplessi si chiedono : perchè c'è voluto tanto tempo per sapere di che cosa si soffre?risposta: è una malattia rara e la si può facilmente confondere con un'altra.in verità l'uomo mdico bravo ,pensa che gli altri avevano tutti sbagliato e che lui è il migliore. c.s.

domenica 6 ottobre 2013

il mio nome è Fratello

Il mio nome è Fratello. Non hanno più voce per gridare alle stelle.Le braccia sono rimaste alzate come quelle di Cristo in croce che invoca il Padre.Anche la speranza giace in fondo al mare .Le foto galleggiano gridando ai sepolti.Neppure le acque possono soffocare i ricordi.I lumi seppure fiochi delle anime si sono accese e giacciono là in fondo nell'oscurità .Anche i pesci sono perplessi nel guardare quei corpi.Ormai i corpi non hanno più bisogno di nascondersi. Sono nudi ritornati nel seno della madre.Le urla di tutti nella notte stellata riempiono il cielo. Non era più tempo di mangiare sabbia ,di dormire sulla terra battuta; Non era più tempo di comprimere paure nascoste .L'attesa era finita .Era tempo di fuggire ,di bagnarsi le labbra arse dal sole ,di sorridere con i denti in bocca.C'erano da mettere in conto le ultime violenze ma il faro nel porto della dignità umana li aspettava. Tutti con le lacrime agli occhi li avrebbero lasciati andare. I rimasti avrebbero pensato è giusto che vadano..Adesso i sopravvissuti avranno un peso da portarsi dietro :il ricordo terribile piangendo quelli meno fortunati.Dicono: ce l'abbiamo fatta ma a quale prezzo! Baciano le mani di quei poveri pescatori che l'hanno strappati al mare come pesci pescati.Rispetto per questa gente del mare che non si è curata del protocollo. Anch'essi però piangono per non aver potuto fare di più."Erano nostri fratelli,"dicono..... c.s.

mercoledì 2 ottobre 2013

Un barbiere d'altri tempi.

In Cappadocia,Turchia asiatica,in un paesino fuori dal tempo, nonostante il sole arrivi ad illuminarlo prima del nostro paese,io,turista per caso, alla ricerca di un barbiere, con la barba trascurata da diversi giorni, causa la mancanza della schiuma sequestratami nei check-point degli aeroporti.Da ragazzo, leggendo a scuola l'Iliade di Omero mi capitava di estraniarmi completamente per andare a vivere insieme agli eroi troiani o greci, raccontati da quel grande poeta.Mi sembrava di rivivere una di quelle esperienze. In piazza non c'era nessuna insegna che indicasse la presenza di un barbiere.Tramite gesti di una confusa mimica (mani che scendono a perpendicolo sulle guance)mi viene indicato un posto non molto lontano.Entro.Un tuffo nel passato.In un angolo ,due giovani, seduti all'angolo di un saloncino,sono iompegnati in una specie di gioco dell'oca.Una terza persona (il barbiere), mi viene incontro baciando il destino di avergli mandato in quel giorno un cliente su cui applicare la tariffa pubblica rispecchiata nella tabella ufficiale dei prezzi, appesa alla parete, in bella vista.Due sedie, in ghisa scorticate nello smalto bianco, campeggiavano al centro della saletta .Una leva laterale, sporgente, alzava e abbassava il cliente secondo necessità.Le mosche erano padrone dell'ambiente:si vedevano camminare sugli specchi lasciando qua e là segni del loro passaggio. Strumenti da lavoro, sul ripiano in marmo, facevano bella mostra.In prima fila un taglia-peli del naso raccontava il possesso da parte del barbiere di strumenti all'avanguardia.Si osservi il riguardo nei confronti del cliente. La lametta che era stata usata per clienti precedenti (non molti in verità) viene cambiata per essere usata sulla mia faccia.Lo spruzzo di un contenuto vagamente odoroso mi toglie il respiro mentre con la coda dell'occhio intravedo le dita che premono su una pompetta di gomma.La rasatura non è tra le migliori.Diversi segnetti sanguinolenti venivano subito cicatrizzate con una pietra di allume.L'abbassamento improvviso della poltrona dovuto alla calata della leva segnava la fine del servizio...con mio grande sollievo. c.s.