Il mare e la terra hanno sempre accolto senza"arricciare il naso" tutto ciò che le piante , gli animali
e le persone hanno espulso dai loro corpi: quantità notevole di materiale che sono stati in grado di conservare, metabolizzare e indirizzare al bisogno degli esseri viventi. Non è raro immaginare nel Medioevo un feudatario o un cardinale nello assolvimento dei suoi obblighi , di fronte ai suoi vassalli o suoi sudditi, star seduto comodamente su una poltrona ad impartire ordini.
Nessuno avrebbe pensato che la sedia potesse avere un buco al centro per il quale i contenuti intestinali avrebbero fatto il loro corso, depositandosi nel vaso sottostante.Scoperta la cosa si disse
che il tempo per accontentare le due esigenze(ricevere i sudditi e tranquillamente defecare ) mancasse ; Qualche altro, malizioso,arrivò a pensare
che, non costipati, si affrontassero meglio i problemi . Sta di fatto che assolvere contemporaneamente
all'uno e l'altro impegno era considerato un lusso che si potevano permettere soltanto le persone di potere..I vassalli si dovevano sentire onorati di ricevere ordini insieme al puzzo dei vari miasmi .Anche i familiari consideravano un privilegio servire il padrone assorto in questa necessaria incombenza.
Sicuramente moderna è la "tazza " con lo sciacquone insieme a quelle particolari fessure di ceramica, attaccate alle pareti dei bagni moderni degli autogrill, ad altezza media
dei penduli maschili, dove scaricare le necessità della vescica .Restava il problema di dove pulire gli accessori. Nasce così il bidet (parola francese che significa "cavallino" perchè si prende in uso a cavalcioni )
finalmente utilizzabile anche dalle donne per la pulizia delle parti intime.E' stato il trionfo dell'Igiene anche se non accettato da tutti i paesi moderni.(stati uniti e paesi anglosassoni non lo usano).Gli uomini , non contenti , avevano bisogno di una divinità a cui rivolgersi nel caso di difficoltà delle necessità primarie del corpo .Niente paura !! nasceva il dio dei fenomeni naturali
ossia il dio dei gabinetti: STERCUZIO. Non so dirvi se è riportato nel calendario gregoriano e quando si festeggia.Provate a cercarlo !!In compenso vi assicuro che si festeggiano (26/27 settembre nel Molise) S.Cosmo e Damiano, due martiri cristiani ,santi protettori della fertilità a cui si rifà un rito pagano dove si portava a spasso, in processione, il fallo come simbolo di fecondità.. c.s.
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mercoledì 5 dicembre 2012
martedì 4 dicembre 2012
Amalgama.
Lungi da me le spade: trafiggono e trapassano.Non amo le corride che trasudano di sangue.Il coro
del volgo mi opprime ma non scema la pieta' verso chi, nella penombra, stende la mano.I soldati, all'erta,
sugli spalti dell'abisso dirigono la bocca del fucile in attesa di uccidere il fratello.Sugli altari arde la fede di chi crede.Le candele si struggono nel vuoto impregnando l'aria di fumo.Tutto è vuoto attorno .I corpi si attraversano come ombre, fantasmi del nulla che si spande.Si cerca nello spazio fluttuante l'appiglio.L'occhio si contorce per lo spasimo.Finalmente una luce la' in fondo ti offre la linea di un tracciato ma è breve la sua durata: il tempo delle foglie, in balia del vento, che cercano riposo. La schiuma dell'onda alza il muro
a ricordarci la forza violenta dell'universo e dove tutto sembra pianeggiante si palpa
la paura dell'attacco.Non c'è pace nemmeno tra le piante che raccontano i sospiri degli uomini
tra le fronde.Tra gli odori dei rovi si conduce la misera esistenza e le delusioni consumate.Soli, soli
perduti si va alla ricerca di se stessi .Ci piace il contatto con la terra e la pietra della casa che vi sta sopra, senza nulla di mutabile.Il mondo nella sua vanità è immortale ed noi attingiamo alla sua fonte. c.s.
del volgo mi opprime ma non scema la pieta' verso chi, nella penombra, stende la mano.I soldati, all'erta,
sugli spalti dell'abisso dirigono la bocca del fucile in attesa di uccidere il fratello.Sugli altari arde la fede di chi crede.Le candele si struggono nel vuoto impregnando l'aria di fumo.Tutto è vuoto attorno .I corpi si attraversano come ombre, fantasmi del nulla che si spande.Si cerca nello spazio fluttuante l'appiglio.L'occhio si contorce per lo spasimo.Finalmente una luce la' in fondo ti offre la linea di un tracciato ma è breve la sua durata: il tempo delle foglie, in balia del vento, che cercano riposo. La schiuma dell'onda alza il muro
a ricordarci la forza violenta dell'universo e dove tutto sembra pianeggiante si palpa
la paura dell'attacco.Non c'è pace nemmeno tra le piante che raccontano i sospiri degli uomini
tra le fronde.Tra gli odori dei rovi si conduce la misera esistenza e le delusioni consumate.Soli, soli
perduti si va alla ricerca di se stessi .Ci piace il contatto con la terra e la pietra della casa che vi sta sopra, senza nulla di mutabile.Il mondo nella sua vanità è immortale ed noi attingiamo alla sua fonte. c.s.
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