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domenica 12 maggio 2013

"Indovina chi arriva a casa."

Guidata senza fretta, la macchna avanzava lungo il viale alberato in un gioco di luci e di ombre.Collie attraverso il finestrino, con un ampio respiro, si godeva la vista dei luoghi conosciuti e tanto cari ma da molto tempo abbandonati.Tutto quel mondo, in una danza di benvenuto, le girava attorno : la fontana in pietra che portava ancora l'acqua a dissetare i passanti; Sulla collina, i cavalli dal pelo lucido erano quasi del tutto indifferenti al suo passaggio ma non fino al punto di non alzare, sia pure per breve tempo, la testa.
La casa che l'aspettava era tanto grande da distinguersi in lontananza .
Collie pensava alla madre che sicuramente teneva la cameretta in mansarda, dove era cresciuta, in ordine..
Era sicura che la sua finestra sotto l'angolo  del tetto portava ancora le candide tendìne, ricamate a mano,
a nascondere la sua intimità.Era da quella finestra ,in passato, a dominare con lo sguardo la vita attorno
alla casa : il giardiniere indaffarato a curare la siepe; i contadini, come formiche,a svolgere le loro mansioni sotto l'occhio severo e vigile del padre ; Quello stesso padre che l'aveva promessa come futura sposa
ad un giovane che cresceva in un'altra ricca famiglia non molto lontano dalla loro.
 Da una di quelle finestre di casa il padre aveva visto una scena che non avrebbe  mai voluto vedere :
 la figlia , di notte ,di nascosto, andare a finire tra le braccia di un'ombra scura e sconosciuta.
Da allora molte cose erano cambiate .Era stata rinchiusa senza nessuna spiegazione in un collegio di città
senza più legame con i genitori se non quello di avere le rette pagate.
Quante cose da dimenticare !! e quante nuove da accettare !!
Accanto a lei sulla macchina c'era Erik suo figlio ,un ragazzotto riccioluto di dieci anni addormentato dagli  scossoni della macchina in movimento..
Collie se lo guardava come se fosse per la prima volta quando in clinica le avevano messo tra le braccia
 un piccolo coso nero nero, pieno di capelli che piangeva.Sarebbero i suoi genitori stati contenti di accoglierlo? c.s.

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