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venerdì 29 novembre 2013

LA FUJITINA di Giannina (la scappata).

Era alta, magrissima non tanto per la linea quanto per indigenza della famiglia..Aveva una voce nasale,capelli lunghi ossigenati e arricciati con cura.Non godeva di buona fama proprio perchè giovane ed irrequieta dava molto da pensare alla famiglia.Tutti quelli che passavano davanti casa sua ed erano da matrimonio distoglievano gli occhi da tutte le altre cose per concentrarli su di lei che ancorata alla finestra non negava a nessuno un ammiccamento.Curava molto i fiori sul davanzale della finestra anche per dimostrare la necessità della sua presenza ma più di ogni altra cosa teneva alla cura delle sue mani.Erano mani affilatissime, con bellissime dita, curate con un rosso fuoco di quel fuoco che teneva dentro e sulle labbra carnose.La povertà della famiglia era grande ma più grandi erano i sogni che le frullavano per la testa.Pensava che prima o poi sarebbe passato il principe azzurro e se la sarebbe portata via a cavallo .Passò invece a conquistarla Pasquale, su un trattore al posto del cavallo.Nulla di quanto avesse sognato!Pasquale era un poveraccio che viveva alla giornata.Purtroppo non ebbe il tempo di conoscerlo meglio:le piacque e se ne scappò con lui.Tornare indietro non sarebbe stato più possibile .I genitori non l'avrebbero voluta più in casa perchè compromessa e sedotta.Non l'avrebbe voluta più nessuno ed una bocca in più in famiglia pesava. Tutto sommato erano contenti di averla scaricata a Pasquale e non aver speso una lira per i confetti.Giannina (questo era il suo nome)quindi affrontando le difficoltà di una miseria condivisa restò con Pasquale, oltretutto pensava che di lì a poco sarebbe aumentata di peso perdendo la sua procace esuberanza.Anche lo smalto delle sue unghia e il rosso delle sue labbra avrebbero perso a poco a poco il loro splendore .I genitori annunciarono la fujitina di Giannina ai vicini simulando una disperazione per il vuoto in casa .Giannina era approdata nel porto delle disillusioni e non altro avrebbe potuto fare se non placarsi e consolarsi con Pasquale. c.s.

giovedì 28 novembre 2013

La Vecchiaia.

La vecchiaia. Ascolta,ascolta,tu che non puoi più e aspetti l'alba; ora che al ritmo incalzante hai messo freno; ora che"i custodi della casa"amici sono del vento; ora che "i gagliardi"cedono al peso; ora che "le macine"non sono più serrate creando ponti nella fila; ora che "i battenti "aprono finestre per la bava e la goccia cala dal naso; ora che il cinguettio si fa sentire senza la presenza degli uccelli; ora che l'aspro non ha più il suo effetto; "prima che il filo d'argento s'allenti ; prima che la lampada d'oro s'infranga; prima che si rompa il secchio e si spezzi la carrucola del pozzo e ritorni la polvere alla terra", rinsalda la pazienza.E' tempo di consegne. Alle ortiche non puoi affidare l'aver saputo, sotto il sole, tanto. c.s.