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lunedì 11 luglio 2011

Senectutis adventus.

Se si dovesse parlare dell'arrivo della vecchiaia cioè del tempo in cui una serie di piccoli inconveni  prendono il sopravvento senza che uno se n'accorga si può dire senza sbagliare che tutto ciò può capitare guardandosi allo specchio.In un attimo ,di un giorno preciso, di un mese di un anno precisi si diventa vecchi.Non è questione di acciacchi,di canizie,di forze indebolite...proprio no !.Uno smarrimento riflesso, un senso di solitudine infinita,un distacco improvviso da tutte le cose, ti prendono.E' come se  la spina dell'energia vitale  si staccasse,come se il tempo si fosse fermato ed avesse deciso l'annullamento.Allora ci si può voltare all'indietro alla ricerca della salvezza delle sequenze, simili a lampi, di una esistenza.Ci si può accorgere di non essere mai vissuto se non in brevi flasc.Il futuro non ti aspetta più.Il passato scomparso.Allora e solo allora si deve aprire la finestra e respirare a pieni polmoni l'aria che ancora spetta.Solo in quell'attinmo ci si può considerare visibili,reali ,esistenti.Nessun capriccio,nessun desiderio di cambiare le cose.Il dopo lo si può aspettare senza ansia .Fermarsi.Le rughe,la fragilità delle ossa,la debolezza fisica,i reumatismi,il calo della vista e dell'udito non avrebbero  di che gioire  se non di  vivere lo spazio e il tempo di un momento.   c.s.

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