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giovedì 2 giugno 2011
Sulla forma delle cose
Aristotele definisce la forma : essenza dell'essere individuale a esso immanente,inscindibile,complementare rispetto alla sua materia .Insomma è l'aspetto esterno di ciò che esiste in natura del tutto legato e dipendente dal suo contenuto interno.Non di questo comunque vi voglio scrivere ma del perchè si determinino tante forme.Penso innanzitutto che non esistano in natura due forme identiche perchè qualsiasi essenza che occupi uno spazio non sia ferma ma in continuo divenire.Quello che mi sconvolge: perchè si sviluppAno certe forme? le corna smisurate dell'alce , la smisurata grandezza dei dinosauri , l'ameba nell'intestino , le zanne dei carnivori ecc..Come l'assetato va alla ricerca dell'acqua o l'affamato alla ricerca del cibo così l'esistente va alla ricerca della sua forma.Il motore di questa azione è la necessità.E' in questo bisogno il determinarsi della materia che assume i più disparati contorni .Se ne deduce (almeno da come la vedo io) che la forma in sè non esiste perchè tutto si modifica e si trasforma secondo la necessità dell'attimo.Allora che cosa è quello che vediamo o tocchiamo? è un attimo del processo ,un passaggio di ogni essenza nel suo definirsi.Esiste secondo necessità e si plasma alle esigenze del tempo occupando un modificabile spazio.Come dire abbiamo gli occhi perchè c'è la luce e tutto ciò che viene messo a fuoco acquista temporaneamente una forma ;abbiamo le mani perchè c'è da prendere e manipolare, e tutto ciò che finisce nelle mani ha momentaneamente una forma; abbiamo i pensieri perchè l'utilità del pensare ci fa progredire dando corpo alle nostre esigenze.Ma qual è la necessità ultima di ogni essenza o per meglio dire lo scopo di quanto avviene? con certezza non lo so .Suppongo tuttavia che questo vorticoso gioco di forme che tanto caratterizza la nostra realtà dal momento che l'attimo è eterno non può che andare all'origine del suo formarsi. sc
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